Salvatore Latte Bovio, socio e business developer presso l’azienda di famiglia, ha concesso un’intervista per ripercorrere – attraverso alcuni momenti salienti – la sua storia in azienda e iniziare a riflettere sul futuro del settore.
Da Napoli a Milano… e viceversa
Per il dott. Aristide era consuetudine far lavorare i figli durante l’estate, così Salvatore Latte Bovio intorno ai 16 anni insieme agli altri fratelli venne assunto da una delle aziende partner di Boviar. La gavetta per lui è iniziata nella catena di montaggio, a costruire le pompe. Ben presto ha imparato a seguire tutte le fasi di creazione e montaggio degli impianti, ad effettuare le prove per il loro funzionamento anche in mezzo al fango. Appassionatosi al settore della produzione industriale, fino ai 20 anni si è dedicato alla formazione per allargare il suo bagaglio di conoscenze tecniche e poter avanzare di carriera. Con l’apertura poi negli anni ottanta della sede milanese di Boviar, Salvatore si trasferì nella città lombarda per due anni, a Rho, iniziando un nuovo percorso di crescita e responsabilità nel settore delle vendite.
Proprio in questo periodo Salvatore effettuò l’esperienza più importante per il suo futuro: bussare alle porte di potenziali clienti e proporre i prodotti di Boviar. Un periodo particolare quello degli anni ottanta, soprattutto per un’azienda, ancora poco conosciuta e che si occupava di tecnologie di nicchia. Terminati i due anni Salvatore torna a Napoli e si dedica completamente al settore industriale ritagliandosi un ruolo ad hoc nell’azienda di famiglia che gli consentì di instaurare profondi e duraturi rapporti di fiducia con aziende e studi di progettazione.
“Col tempo ho allargato i miei settori d’interesse, come l’antincendio, e ho iniziato ad occuparmi anche di altri prodotti e di forniture per le agenzie. Insomma, è come se mi fossi creato un percorso tutto mio”.
Oltre alle conoscenze tecniche è stata fondamentale la capacità di creare una rete di relazioni sul territorio. Così, in breve tempo Boviar partecipò a progetti importanti come la fornitura di sistemi antincendio per i centri commerciali della Campania e nelle metropolitane di Napoli, che hanno richiesto l’intervento di Boviar per la realizzazione delle barriere e di tutta l’impiantistica antincendio con sistema automatico Sprinkler.
“Questo continuo interpellarci da parte delle aziende non è casuale né tantomeno raro. È dovuto al fatto che nel corso degli anni abbiamo impostato uno schema di lavoro efficace ed efficiente. Abbiamo sempre lavorato a stretto contatto con i progettisti, con un supporto diretto e costante con chi imbastiva questi lavori. Davamo una dimensione al lavoro e ai gruppi, un ordine progettuale e procedurale. Non si trattava quindi di fornire solo informazioni tecniche ma dare una mano a gestire il processo di lavoro nella sua interezza” – sostiene Bovio.
Per lui bisogna parlare oltre che di definizione del prodotto, anche di definizione del problema e di ricerca della soluzione specifica per il cliente. Non dedicarsi solo ed esclusivamente alla vendita ma rafforzare i rapporti umani sostenendo una customer service di qualità
L’episodio dei TotalPack di Viking
Un episodio curioso avvenuto a cavallo tra gli anni ottanta e novanta per Salvatore riguarda la vendita dei primi totalpack della Viking, una delle aziende con cui ha collaborato Boviar, leader nel campo dei sistemi sprinkler, ossia i sistemi di spegnimento automatico. Questi produttori Americani avevano progettato una specie di pack, una sorta di armadio metallico all’interno del quale c’era tutto quello che serviva per alimentare l’impianto antincendio. Per quegli anni era qualcosa di estremamente innovativo e costoso: un set precostruito, completo e pronto all’uso.
“Ricordo che vendemmo ai carabinieri un quantitativo di pack del valore di 15 milioni di lire. Poi dovemmo soddisfare l’esigenza di pack per altri 4 piani di un’altra struttura simile per un totale di 100 milioni di lire. Rifornimmo anche gli hangar degli americani a Capodichino (NA) che ospitavano gli aerei da guerra con i primi sprinkler a scomparsa sul pavimento, ossia un sistema che prevedeva una fuoriuscita di schiuma dal suolo per ricoprirlo in caso d’incendio. Siamo stati i primi a venderli a Napoli”.
Far sentire la propria voce
Come anticipato nei paragrafi precedenti, Salvatore Latte Bovio ha iniziato il suo percorso quando in Italia queste tecnologie erano poco conosciute. “Quando andavi a parlare di questa cose ai potenziali interlocutori ti guardavano come se fossi un alieno” – dice.
Tuttavia, facendo un lavoro tecnico e non solo commerciale, si sono intessute relazioni importanti. Salvatore è stato il referente di Boviar all’unione industriali in Campania, ed è stato per un periodo parte attiva della realtà imprenditoriale napoletana del settore industriale, ma col tempo il suo interesse si è spostato dalla parte operativa alla parte di pianificazione. “Mi sono occupato prima della qualità dei prodotti e dei servizi, poi ho iniziato a immaginare quale doveva essere il futuro dell’azienda alla luce non solo degli ultimi avvenimenti derivanti dalla pandemia da covid-19 ma proprio dall’evoluzione del mercato che ormai tende verso un inesorabile digitalizzazione dei processi produttivi”.
Idee per il futuro
Lo scenario si fa sempre più chiaro: le grandi aziende stanno inglobando quelle piccole. Nel prossimo futuro non c’è spazio per le aziende a carattere familiare che non seguono l’andamento del mercato e snobbano i processi innovativi. Bisogna evolversi. L’idea di Boviar a questo proposito è quella di fornire assistenza specialistica per installazione, progettazione e gestione dei dati con tecnologie cloud, così come i sistemi non invasivi che utilizzano la realtà aumentata.
“Insieme ai miei fratelli sto ragionando sull’evoluzione della nostra presenza sul mercato. L’idea principale è l’iper-specializzazione: servizi molto specifici da servire a tutti. I nostri clienti potranno chiamarci per chiedere attrezzature anche di un certo calibro, difficili da acquistare e da utilizzare. Oltre a questo la gestione del dato: la raccolta di tutti i dati in cloud, con una cabina di regia che possa tenerli sotto controllo qualora ci fossero problemi”.